Siamo nel XIII secolo, periodo in cui Macerata Campania si presentava come una comunità prevalentemente agricola ed artigianale, dove il lavoro dei campi richiedeva l’uso di una ricca gamma di attrezzi e strumenti che venivano fabbricati dagli artigiani locali. Costoro, durante le tradizionali fiere agricole, per evidenziare la solidità degli attrezzi da un lato e per attirare l’attenzione dei passanti dall’altro, percuotevano con magli le botti, con mazze i tini e con ferri le falci, creando una commistione di suoni che, scoordinati ed asincroni, apparivano persino assordanti, ma che con i voluti o forse fortuiti miglioramenti ritmici, portarono alla creazione di quelle peculiarità sonore che ancora oggi caratterizzano “I carri di Sant’Antuono”. Le antiche leggende che raccontano l’origine di questa antica tradizione sono tantissime. Si tratta di storie che narrano come scacciare il male, cerimonie di iniziazione e di passaggio da un’età all’altra, e testimonianze scritte sui riti e sulle origini della festa.
Il Culto di Sant'Antonio Abate
Sant’Antonio Abate è il primo degli abati e uno dei più illustri eremiti nella storia della Chiesa. Nell’iconografia, è spesso raffigurato circondato da donne procaci, simbolo delle tentazioni, o accanto a animali domestici come il maiale, di cui è popolare protettore. Viene invocato contro tutte le malattie della pelle e gli incendi. Nel corso dei secoli, ha ricevuto una venerazione diffusa, e il suo nome è tra i più comuni nel cattolicesimo. Nell’Italia Meridionale, per distinguerlo da Sant’Antonio di Padova, è chiamato “Sant’Antuono”.
Il culto per Sant’Antonio Abate a Macerata Campania ha origini antichissime, e con molta probabilità, si può far risalire al XIII secolo. Si può certamente affermare che i carri di Sant’Antuono esistono a causa dell’esistenza e della diffusione del culto verso il Santo e non viceversa. Senza il culto, i carri perderebbero il loro significato e la loro ragion d’essere.
La Storia dei Carri
La festa in onore di Sant’Antuono (Sant’Antonio Abate) viene celebrata il 17 gennaio di ogni anno, con i festeggiamenti che iniziano il sabato che lo precede. Questa festa rappresenta un momento storico, culturale, artistico e folkloristico di grande importanza per l’intera cittadinanza e costituisce la festività più sentita dal popolo di Macerata Campania e dei paesi circostanti.
L’evento è composto da momenti dedicati al culto del Santo, intesi come devozione e venerazione, e da momenti di folklore che includono la sfilata dei “Carri di Sant’Antuono”. Su questi carri trovano alloggio i suonatori di botti, tini e falci, i quali ripropongono l’antica sonorità maceratese, conosciuta con il nome di “A’ musica e Sant’Antuono”.
La particolarità di questa festa è dovuta principalmente alla tipologia di strumenti musicali utilizzati, che conferiscono una nuova veste agli arnesi di uso contadino, sostituendo i classici strumenti musicali e creando quel “magico” suono caratteristico delle percussioni ottenute dal continuo battere sulle botti, dal rollio delle mazze sui tini e dallo sfregamento dei ferri sulle falci.
La festa in onore del Santo è caratterizzata da quattro momenti legati alla
devozione e alla tradizione folkloristica maceratese: